Il consumo di alcol vanta un’ampia eredità storica e culturale che si estende oltre tutta la storia dell’umanità. Ha svolto un ruolo integrale in varie pratiche sociali, religiose e cerimoniali in diverse società, con l’importanza che varia tra culture differenti. L’uso ricreativo dell’alcol è profondamente radicato nella civiltà umana e persiste tuttora nell’era moderna. (1)
Tuttavia il consumo eccessivo di alcol rappresenta un importante fattore di rischio per un ampio spettro di problemi di salute, tra cui malattie del fegato, disturbi cardiovascolari, disturbi mentali e una maggiore suscettibilità a incidenti e lesioni. Pur rappresentando parte integrante della nostra cultura è sensato essere a conoscenza delle conseguenze di un’assunzione regolare. In questo articolo potrete leggere tutto ciò che riguarda l’alcol dal punto di vista nutrizionale: la sua digestione, l’effetto che ha sull’organismo ed infine le raccomandazioni e linee guida per l’assunzione. (2)
Digestione dell’alcol
Il metabolismo dell’alcol è un processo complesso principalmente centrato nel fegato ma non solo. Sono coinvolti anche gli altri organi, come il cervello e il tratto gastrointestinale, che svolgono ruoli secondari.
Questo percorso metabolico coinvolge una serie di reazioni enzimatiche che convertono l’etanolo, il componente attivo delle bevande alcoliche, in composti meno dannosi per un’eliminazione successiva. L’etanolo di per sé è molto tossico per le nostre cellule, causa danni alla membrana cellulare, stress ossidativo, alterazioni del metabolismo, infiammazione, apoptosi (morte delle cellule) e può influenzare le funzioni mitocondriali. Insomma, fa solo danni. Fortunatamente il nostro corpo si è adattato di conseguenza e abbiamo la possibilità di trasformare l’etanolo in componenti chimici meno dannosi per l’organismo.
Gli enzimi principali coinvolti nel metabolismo dell’alcol sono l’alcol deidrogenasi (ADH) e l’aldeide deidrogenasi (ALDH). Questi enzimi sono distribuiti in vari tessuti, collaborando per convertire l’etanolo in acetaldeide e successivamente in acetato.
Fase 1
In questa fase iniziale del metabolismo dell’alcol, l’enzima ADH catalizza la conversione dell’etanolo in acetaldeide. La formazione di acetaldeide è cruciale perché è anch’essa una sostanza tossica. Ed’è quindi necessario un altro passaggio.
Fase 2
La seconda fase coinvolge l’enzima ALDH, che metabolizza ulteriormente l’acetaldeide in acetato. L’acetato è il prodotto finale del metabolismo dell’alcol, è si tratta di una sostanza relativamente innocua, che può essere successivamente metabolizzato in anidride carbonica (CO2) e acqua per essere facilmente eliminato dal corpo.
(3, 4)
Non solo nel fegato..
Il metabolismo dell’alcol avviene principalmente nel fegato, dove si verificano le reazioni enzimatiche principali. Tuttavia, vari altri organi, come il cervello, il tratto gastrointestinale e i polmoni, svolgono anche un ruolo ma in misura minore.
Cervello
Il cervello è purtroppo il bersaglio principale degli effetti dell’alcol e fortunatamente ha comunque un ruolo minore nella digestione dell’alcol. Il cervello contiene alcuni enzimi ADH, sebbene in quantità inferiori rispetto al fegato. Questi enzimi partecipano alla scomposizione dell’etanolo in acetaldeide nel tessuto cerebrale stesso. L’acetaldeide può però esercitare vari effetti sul cervello, tra cui il deterioramento delle funzioni cognitive e influenzare l’attività neurotrasmettitoriale.
Il tratto gastrointestinale
Alcuni enzimi ADH sono presenti nella mucosa del tratto gastrointestinale, in particolare nello stomaco. Questi enzimi metabolizzano una piccola porzione di alcol ingerito prima che raggiunga il fegato.
Polmoni
Una piccola frazione di alcol può essere eliminata inalterata dal corpo attraverso i polmoni. Questo è il motivo per cui dopo la consumazione di alcolici si hanno quantità rilevabili di alcol nel respiro, la quale può essere facilmente misurata con l’etilometro, più comunemente conosciuto come alcoltest.
(5,6,7,8)
Ricapitolando…
La digestione dell’alcol è molto importante per far sì che l’etanolo non causi danni a livello cellulare. La conversione dell’etanolo in sostanze meno nocive avviene grazie alla presenza di due enzimi, che sono maggiormente presenti nel fegato, ma anche nel cervello, nello stomaco e nei polmoni. Dalla presenza e dall’efficacia di questi due enzimi dipende tutto, ovvero se l’alcol rappresenta un fattore di rischio minore o maggiore per la nostra salute.
Literatura
- Ming Hung N. (2023). Metabolism and harmful effects of alcohol on health. DTU Journal of Science and Technology, 5(69), 102-113.
- Rehm J. (2011). The risks associated with alcohol use and alcoholism. Alcohol research & health : the journal of the National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, 34, 135-143.
- Cederbaum AI. (2012). Alcohol metabolism. Clinics in liver disease, 16, 667-685.
- Zakhari S. (2006). Overview: how is alcohol metabolized by the body? Alcohol research & health : the journal of the National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, 29, 245-254.
- Spanagel R, Zink M, Sommer WH, Neurobiology of Alcohol Addiction, in Neuroscience in the 21st Century: From Basic to Clinical, D.W. Pfaff, Editor. 2013, Springer New York: New York, NY. p. 2745-2773.
- Heit C, Dong H, Chen Y, et al. (2013). The role of CYP2E1 in alcohol metabolism and sensitivity in the central nervous system. Sub-cellular biochemistry, 67, 235-247.
- Quertemont E, Didone V. (2006). Role of acetaldehyde in mediating the pharmacological and behavioral effects of alcohol. Alcohol research & health : the journal of the National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, 29, 258-265.
- Wu D, Cederbaum AI. (2003). Alcohol, oxidative stress, and free radical damage. Alcohol research & health : the journal of the National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, 27, 277-284.